La donna giusta
Sandor Marai
Adelphi, 2004
(Biblioteca Adelphi, 458)
CITAZIONE:
Forse
dovrei cominciare la storia da quando, un bel giorno, mi presentò il suo amico
Lazar, lo scrittore…Non sapevo che mio marito lo conoscesse, ignoravo che fossero
amici. Una sera, torno a casa e trovo mio marito in compagnia di quest’uomo. Fu
lì che prese avvio qualcosa di molto strano. Fu quello il momento in cui, dopo
tre anni di matrimonio, mi resi conto che non sapevo proprio nulla del mio
consorte. Vivevo insieme a un uomo e non sapevo niente di lui. Credevo di
conoscerlo, e invece scoprivo di non avere la più pallida idea dei suoi svaghi,
dei suoi gusti, dei suoi desideri. Sai cosa facevano quei due, Lazar e mio
marito, quella sera?...
RILANCI:
Film:
L’uomo che amava le donne, di Francois Truffaut, Francia, 1977
Letture:
Una scrittura femminile azzurro pallido, Franz Werfel, Adelphi, 1991
Musica:
La canzone dell’amore perduto, Fabrizio De Andrè, 1974
GENERE:
Narrativa
PAROLE CHIAVE:
Amore
– Identità
TRAMA:
In
una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un’altra donna come
un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro
viola, abbia capito che nella vita di lui c’era stata, e forse c’era ancora,
un’altra donna e come abbia cercato, invano, di riconquistarlo.
In
un caffè della stessa città, l’uomo che è stato suo marito racconta a un altro
uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una
ragione di vita e una specie di ossessione amorosa tanto che per lei aveva
lasciato la prima moglie, l’aveva sposata – e poi inesorabilmente perduta.
In
una pensione romana, questa stessa donna racconta al suo amante attuale (un
batterista ungherese) come lei, giovane servetta venuta dalla campagna, sia
riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia,
risentimento, vendetta.
Molti
anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista
ungherese a raccontare a un esule del suo stesso paese l’epilogo di tutta la
storia – e in qualche modo a tirarne le conclusioni.
AUTORE:
Marai
è stato uno scrittore e un giornalista ungherese, nato nel 1900 a kosice, una
volta appartenente all’ungheria e ora invece in territorio slovacco.
La
sua carriera inizia come giornalista ed è del 1934 il suo primo successo letterario con Confessioni di un borghese. Fu anche uno dei
primi a recensire le opere di Kafka.
Tutta
la sua vita è caratterizzata da continui esili, dovuti prima alla ricerca di
migliori condizioni lavorative e poi alle molte vicende politiche che lo videro
vittima. Dirante la secondo guerra mondiale, profondamente antifascista, riuscì
a scampare alle persecuzioni ma, il regime comunista lo costrinse ad un nuovo
esilio.
Così
nel 1950 si trasferisce in Svizzera e poi a Napoli in cui vive per circa cinque
anni. Infine si trasferisce negli Stati Uniti e acquisisce la cittadinanza
americana. Poi torna in Italia e vive a Salerno per molti anni, lontano dal
mondo culturale e molto vicino invece al popolo. Di quel periodo, si trova
traccia nella raccolta Terra!
Terra!...Ricordi. Passerà gli ultimi anni della sua vita in California, a
San Diego dove si suicida nel 1989.
La
sua opera, fatta di poesie, romanzi e diari è stata riscoperta solo
recentemente e ripubblicata in francese,
inglese, tedesco e italiano ed è ora considerata parte dei capolavori letterari del Ventesimo secolo
In
onore e in ricordo dello scrittore ogni anno viene assegnato il Premio
Sándor Márai per la letteratura ungherese.
BIBLIOGRAFIA
I
libri di Sandor Marai pubblicati in italiano si trovano nel catalogo Adelphi
LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore
Una
recensione dal blog La stamberga dei lettori
Una
recensione apparsa su La recherche.it
di solito non mi sento la donna giusta ; magari oer qualche giorno lo sono, poi, via, passo. monica
RispondiElimina