martedì 23 settembre 2014
domenica 21 settembre 2014
CORPO, CIBO E AUTOSTIMA . ELOGIO DELLA FRAGILITA'
Credo anche che l'associazione "corpo, cibo e autostima", spesso collegata alla questione dei disordini alimentari, debba essere allargata ad una visione del vivere e del sentire quotidiano di cui, a mio parere, sofferenze dell'animo umano legate all'alimentazione, quelle tanto abusate patologie dell' Anoressia e Bulimia, non fanno altro che esprimere a "tinte forti" e con registri di esagerazione, dimensioni e difficoltà del rapporto con noi stessi che coinvolgono un po' tutti ed in particolare un po' tutte le donne.
L'intento è anche quello di dimostrare che, nei sintomi del corpo e del cibo, è possibile scorgere, come nei giochi con le figure ambigue, non solo il malessere ma anche la cura dello stesso, di evidenziare, anzi, di esaltare la funzione del sintomo come "porta" verso noi stessi, come "richiamo ad alta voce" alla ricerca di quel benessere che nasce dalla capacità di creare un equilibrio tra i bisogni interiori e le richieste del mondo esterno e che per sua natura è una competenza che va coltivata al pari di tutte le altre, e non quindici giorni all'anno!
Per leggere il testo completo dell'articolo della dr.ssa Volpato, questo il link
COSA VEDI QUANDO TI GUARDI ALLO SPECCHIO?
L'industria del fitness e dell'estetica hanno saputo cogliere, ed evidentemente "sfruttare", l'incidenza dell' "immagine corporea" nel vissuto di benessere del singolo individuo, e i fatturati in ascesa possono in questo senso essere considerati statistiche più che rappresentative dell'importanza che gli individui e le società occidentali danno alla propria immagine.
In altre parole l'immagine corporea sembra avere un non indifferente potenziale d'influenza sulla nostra qualità di vita. Come si giustifica tutto ciò? Tentare una risposta a questa domanda è l'intento di questo contributo.
Ma procediamo con ordine cominciando col definire cosa sia l' "immagine corporea".
Il testo completo dell'articolo della dr.ssa Gloria Volpato è pubblicato nella sezione apposita del sito del Centro Divenire
martedì 16 settembre 2014
VENUTO AL MONDO
Venuto al mondo
Margaret Mazzantini
Arnoldo Mondadori, 2008
CITAZIONE
Ci salutiamo sul molo, come amici che si rivedranno, in ciabatte e zaini come turisti. Corpi intorno si muovono. Chi immaginerebbe una storia come la nostra, infilata in questa carne qualunque che all’alba si saluta? Il mare tace, ingoia ancora un po’ di notte.
Gojko ci guida nel ritorno, è un tragitto breve, incredibilmente. All’aeroporto di Sarajevo prendiamo un caffè, i gomiti appoggiati su quel bancone a ferro di cavallo con la gente che fuma.
- Che farai adesso?
RILANCI
Film:
Venuto al mondo, Sergio Castellitto, 2012
Underground, Emil Kusturica, 1995 (Palma d’oro al Festival di Cannes, 1995)
Letture:
Il progetto Lazarus, Aleksandar Hemon
Sarajevo mon amour, Divjak Jovan
Musica:
Twice Born – Arturo Annecchino, dalla colonna sonora originale del film omonimo.
GENERE
Narrativa
PAROLE CHIAVE
Amore – Guerra - Sarajevo- Madri e figli
TRAMA
Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro Pietro,il figlio sedicenne. Sono diretti a Sarajevo, una città ferita da un passato ancora vicino. All'arrivo, li aspetta Gojko, poeta bosniaco, conosciuto ai tempi delle Olimpiadi invernali del 1984 quando Gemma, studentessa universitaria, stava preparando la sua tesi. A Sarajevo, la ragazza conosce Diego,amico fraterno di Gojko e fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia del loro amore e il destino tragico della città bosniaca. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità voluta ad ogni costo. Sarà la guerra che irrompe, a pochi chilometri dalle nostre coste, a cambiare i destini dei protagonisti e con loro quelli di molti altri esseri umani.
Questo romanzo ha vinto il Premio Campiello nel 2009
AUTORE
Figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e della pittrice irlandese Anne Donelly, nasce a Dublino ma la famiglia si trasferisce presto a Roma. Si diploma presso l' Accademia Nazionale di Arte Drammatica e lavora come attrice di teatro, cinema e televisione.
Il suo primo romanzo, Il catino di zinco ( 1994) vince subito due premi letterari importanti. Si dedica anche alla scrittura di opere teatrali (Manola, che poi diventerà anche un romanzo e Zorro – Un eremita da marciapiede)
Con il romanzo Non ti muovere edito da Mondadori nel 2002, vince il Premio Strega e il Premio grinzane cavour
Con Venuto al mondo, vince il Premio Campiello nel 2009 e, nel 2011, il romanzo Nessuno si salva da solo riceve il Premio Flaiano
Sempre nel 2011 esce Mare al Mattino, vincitore del Premio Cesare Pavese e del Premio Matteotti.
L’ultimo suo libro pubblicato, Splendore, risale al 2013
E’ sposata con l'attore e regista Sergio Castellitto.
BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di sul sito ibs.com
LINK
La scheda del libro sul sito dell’editore
Il sito ufficiale della scrittrice
Una recensione apparsa su wuz
Un’intervista di Francesca Magni sul blog lettofranoi
Film:
Venuto al mondo, Sergio Castellitto, 2012
Underground, Emil Kusturica, 1995 (Palma d’oro al Festival di Cannes, 1995)
Letture:
Il progetto Lazarus, Aleksandar Hemon
Musica:
Twice Born – Arturo Annecchino, dalla colonna sonora originale del film omonimo.
GENERE
Narrativa
PAROLE CHIAVE
Amore – Guerra - Sarajevo- Madri e figli
TRAMA
Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro Pietro,il figlio sedicenne. Sono diretti a Sarajevo, una città ferita da un passato ancora vicino. All'arrivo, li aspetta Gojko, poeta bosniaco, conosciuto ai tempi delle Olimpiadi invernali del 1984 quando Gemma, studentessa universitaria, stava preparando la sua tesi. A Sarajevo, la ragazza conosce Diego,amico fraterno di Gojko e fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia del loro amore e il destino tragico della città bosniaca. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità voluta ad ogni costo. Sarà la guerra che irrompe, a pochi chilometri dalle nostre coste, a cambiare i destini dei protagonisti e con loro quelli di molti altri esseri umani.
Questo romanzo ha vinto il Premio Campiello nel 2009
AUTORE
Figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e della pittrice irlandese Anne Donelly, nasce a Dublino ma la famiglia si trasferisce presto a Roma. Si diploma presso l' Accademia Nazionale di Arte Drammatica e lavora come attrice di teatro, cinema e televisione.
Il suo primo romanzo, Il catino di zinco ( 1994) vince subito due premi letterari importanti. Si dedica anche alla scrittura di opere teatrali (Manola, che poi diventerà anche un romanzo e Zorro – Un eremita da marciapiede)
Con il romanzo Non ti muovere edito da Mondadori nel 2002, vince il Premio Strega e il Premio grinzane cavour
Con Venuto al mondo, vince il Premio Campiello nel 2009 e, nel 2011, il romanzo Nessuno si salva da solo riceve il Premio Flaiano
Sempre nel 2011 esce Mare al Mattino, vincitore del Premio Cesare Pavese e del Premio Matteotti.
L’ultimo suo libro pubblicato, Splendore, risale al 2013
E’ sposata con l'attore e regista Sergio Castellitto.
BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di sul sito ibs.com
LINK
La scheda del libro sul sito dell’editore
lunedì 1 settembre 2014
TEMPO DI IMPARARE
Tempo di imparare
Valeria Parrella
Einaudi, 2013
CITAZIONE
Oggi, dopo tanti anni sono tornata a scuola.
E’accaduto proprio oggi, che non è il primo giorno di scuola, e neppure un lunedì, e anzi entriamo alle 10,20 per una riunione sindacale delle maestre.
Ho aperto lo zainetto, ho preparato l’astuccio con le penne e i pennarelli, infilato su di un lato la banana per la merenda. L’ho messo sulle spalle dei miei quarant’anni e sono tornata in prima elementare.
Ho aspettato nella calca delle voci che si aprissero i cancelli, stretta tra i bambini e le madri ho guardato ora il portone, ora il bidello, e l’aria era rarefatta intorno a me, il tempo volava e si rivelava, assieme, come fa la polvere nel sole. Quel caldo, il caldo delle parole, il caldo dei cappelli di lana stretti nelle mani, nelle tasche, infilati ancora in testa, tutto mi ha riscaldato, finché il bidello ha aperto e una leggera gentile pressione mi ha spinto dentro. Abbiamo salito le scale incuranti degli strilli che ci dicevano di fare piano… Ora ero io a svoltare un ballatoio, e quel flusso di piedi, e teste che saliva con me era la vita stessa. L’avevo dimenticata perché si rivela ogni volta diversa, quando lo fa. Ma a incontrarla l’ho riconosciuta senza dubbio.
Poi sono arrivata in classe, fuori c’era l‘appendino per i cappotti ad altezza di bambino, la porta era aperta e le maestre non c’erano ancora. I compagni entravano alla spicciolata, è arrivato un papà e si è messo sulla soglia dell’aula mentre sua figlia appendeva il giubbino. Guardava un po’ fuori e un po’ dentro, allora mi ha vista: seduta su una sedia, con le ginocchia che mi arrivavano al seno, un po’ curva ad aspettare le maestre, mi ha detto:
- Aspettiamo che arriva qualcuno e poi ce ne andiamo, no?
- Sì sì – ho risposto.
E’ stato allora che tu, che eri seduto al tuo posto, ti sei alzato e mi hai sorriso, ti sei alzato, mi sei venuto accanto e mi hai dato un bacio:
- Ciao mamma.
Era il tuo modo gentile di dire che dovevo andare.
RILANCI
Film:
Un silenzio particolare, Stefano Rulli, 2006
Letture:
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Haddon, Einaudi, 2003
Musica:
Gialle foglie, Paolo Fresu Quintet, sta in !30!, Paolo Fresu Quintet, 2014
GENERE
Narrativa
PAROLE CHIAVE
Madri e figli – Scuola- Fiducia - Integrazione
TRAMA
E’ la storia di una madre e di un figlio, ma anche di una padre e di tutte le persone che in modo diverso contribuiscono a comporre la rete sociale in cui tutti viviamo. La narrazione inizia dal primo giorno di scuola della prima elementare di questo figlio speciale e della sua mamma che lo accompagna e che ad un certo momento deve uscire dalla scuola e sperare che vada tutto bene. Deve fidarsi, affidarlo. Arturo è un bambino che "non parla ma pensa", dice liquidando secoli di diagnosi mediche la sua compagna, seienne, di classe perché ha avuto una (lieve? grave?) asfissia alla nascita e dunque ricorda a memoria le targhe che vede per strada ma ha paura del corridoio di casa, uno dei suoi occhi è cieco ma la “sua anima ci vede benissimo, più preciso e più lontano degli altri”. Arturo ha un handicap, tutti ce l’abbiamo, ma il suo è certificato dalla legge. La madre protagonista si trova a crescere con lui per far “germogliare questa parola difficile che comincia con H”, per non arrendersi alla burocrazia, e per continuare ad essere genitore e insieme persona.
AUTORE:
Valeria Parrella nasce a Torre del Greco, vicino a Napoli nel 1974. Si diploma al liceo classico e si laurea in Lettere Classiche.
Esordisce nel 2003 con una raccolta di racconti. Intitolata Mosca più balena con cui vince il Premio Campiello Opera Prima. E’ancora una raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, ad arrivare nel 2005 tra i cinque finalisti dello Strega.
Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo, Lo spazio bianco da cui nel 2009 è stato tratto l’omonimo film diretto da Francesca Comencini e interpretato da Margherita Buy.
Si occupa di teatro, scrivendo anche testi teatrali e negli anni tra il 2008 e il 2010 è stata direttrice artistica del Teatro Mercadante di Napoli, da cui poi si è dimessa.
Pubblica poi diversi romanzi per Einaudi e vince nel 2013 il premio Le maschere del teatro italiano come miglior autrice di novità con Antigone, testo teatrale poi prodotto dal Teatro Stabile di Napoli.
I suoi libri sono tradotti in nove lingue: spagnolo, francese, americano, ebraico, arabo, tedesco, serbo, ceco e svedese
Collabora con La Repubblica e con l’Espresso. Cura la rubrica di libri del settimanale Grazia
Nel 2014 scrive la prefazione del libro Tsipras chi? di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, candidandosi anche per le elezioni europee.
BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di Valeria Parrella
Oggi, dopo tanti anni sono tornata a scuola.
E’accaduto proprio oggi, che non è il primo giorno di scuola, e neppure un lunedì, e anzi entriamo alle 10,20 per una riunione sindacale delle maestre.
Ho aperto lo zainetto, ho preparato l’astuccio con le penne e i pennarelli, infilato su di un lato la banana per la merenda. L’ho messo sulle spalle dei miei quarant’anni e sono tornata in prima elementare.
Ho aspettato nella calca delle voci che si aprissero i cancelli, stretta tra i bambini e le madri ho guardato ora il portone, ora il bidello, e l’aria era rarefatta intorno a me, il tempo volava e si rivelava, assieme, come fa la polvere nel sole. Quel caldo, il caldo delle parole, il caldo dei cappelli di lana stretti nelle mani, nelle tasche, infilati ancora in testa, tutto mi ha riscaldato, finché il bidello ha aperto e una leggera gentile pressione mi ha spinto dentro. Abbiamo salito le scale incuranti degli strilli che ci dicevano di fare piano… Ora ero io a svoltare un ballatoio, e quel flusso di piedi, e teste che saliva con me era la vita stessa. L’avevo dimenticata perché si rivela ogni volta diversa, quando lo fa. Ma a incontrarla l’ho riconosciuta senza dubbio.
Poi sono arrivata in classe, fuori c’era l‘appendino per i cappotti ad altezza di bambino, la porta era aperta e le maestre non c’erano ancora. I compagni entravano alla spicciolata, è arrivato un papà e si è messo sulla soglia dell’aula mentre sua figlia appendeva il giubbino. Guardava un po’ fuori e un po’ dentro, allora mi ha vista: seduta su una sedia, con le ginocchia che mi arrivavano al seno, un po’ curva ad aspettare le maestre, mi ha detto:
- Aspettiamo che arriva qualcuno e poi ce ne andiamo, no?
- Sì sì – ho risposto.
E’ stato allora che tu, che eri seduto al tuo posto, ti sei alzato e mi hai sorriso, ti sei alzato, mi sei venuto accanto e mi hai dato un bacio:
- Ciao mamma.
Era il tuo modo gentile di dire che dovevo andare.
RILANCI
Film:
Un silenzio particolare, Stefano Rulli, 2006
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Haddon, Einaudi, 2003
Gialle foglie, Paolo Fresu Quintet, sta in !30!, Paolo Fresu Quintet, 2014
GENERE
Narrativa
PAROLE CHIAVE
Madri e figli – Scuola- Fiducia - Integrazione
TRAMA
E’ la storia di una madre e di un figlio, ma anche di una padre e di tutte le persone che in modo diverso contribuiscono a comporre la rete sociale in cui tutti viviamo. La narrazione inizia dal primo giorno di scuola della prima elementare di questo figlio speciale e della sua mamma che lo accompagna e che ad un certo momento deve uscire dalla scuola e sperare che vada tutto bene. Deve fidarsi, affidarlo. Arturo è un bambino che "non parla ma pensa", dice liquidando secoli di diagnosi mediche la sua compagna, seienne, di classe perché ha avuto una (lieve? grave?) asfissia alla nascita e dunque ricorda a memoria le targhe che vede per strada ma ha paura del corridoio di casa, uno dei suoi occhi è cieco ma la “sua anima ci vede benissimo, più preciso e più lontano degli altri”. Arturo ha un handicap, tutti ce l’abbiamo, ma il suo è certificato dalla legge. La madre protagonista si trova a crescere con lui per far “germogliare questa parola difficile che comincia con H”, per non arrendersi alla burocrazia, e per continuare ad essere genitore e insieme persona.
AUTORE:
Valeria Parrella nasce a Torre del Greco, vicino a Napoli nel 1974. Si diploma al liceo classico e si laurea in Lettere Classiche.
Esordisce nel 2003 con una raccolta di racconti. Intitolata Mosca più balena con cui vince il Premio Campiello Opera Prima. E’ancora una raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, ad arrivare nel 2005 tra i cinque finalisti dello Strega.
Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo, Lo spazio bianco da cui nel 2009 è stato tratto l’omonimo film diretto da Francesca Comencini e interpretato da Margherita Buy.
Si occupa di teatro, scrivendo anche testi teatrali e negli anni tra il 2008 e il 2010 è stata direttrice artistica del Teatro Mercadante di Napoli, da cui poi si è dimessa.
Pubblica poi diversi romanzi per Einaudi e vince nel 2013 il premio Le maschere del teatro italiano come miglior autrice di novità con Antigone, testo teatrale poi prodotto dal Teatro Stabile di Napoli.
I suoi libri sono tradotti in nove lingue: spagnolo, francese, americano, ebraico, arabo, tedesco, serbo, ceco e svedese
Collabora con La Repubblica e con l’Espresso. Cura la rubrica di libri del settimanale Grazia
Nel 2014 scrive la prefazione del libro Tsipras chi? di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, candidandosi anche per le elezioni europee.
BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di Valeria Parrella
LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore
I commenti al libro sempre sul sito dell’editore
Una bella recensione di Concita De Gregorio su repubblica.it
Un’intervista in cui l’autrice racconta il suo libro apparsa su fanpage
Iscriviti a:
Post (Atom)