lunedì 27 ottobre 2014

Il nuovo Blog della Biblioteca del Centro Divenire



Cari lettori,


Vi invitiamo a seguirci sul nuovo Blog della Biblioteca del Divenire in cui continuerete a trovare  i nostri consigli di lettura e le molte proposte di approfondimento in una veste grafica  e di contenuto completamente rinnovati.
Attendiamo i vostri commenti.
A presto.

martedì 23 settembre 2014

QUANDO LA RICERCA DEL PERFEZIONISMO PORTA ALL'INFELICITA'

TRAUMI DA FURTI. RICONOSCERLI E CURARLI.

IL "SI'" CHE VA OLTRE LA SOFFERENZA

LA MENTE TRA MINACCE E ESEMPI POSITIVI

ALLA RICERCA DI UN'IDENTITA'

IL DISAGIO DEL MASCHIO MODERNO

CONDIVISIONE E ASCOLTO PER ILLUMINARE LE FESTE

UNA FIABA PER NON LASCIARLI SOLI

domenica 21 settembre 2014

CORPO, CIBO E AUTOSTIMA . ELOGIO DELLA FRAGILITA'





Credo anche che l'associazione "corpo, cibo e autostima", spesso collegata alla questione dei disordini alimentari, debba essere allargata ad una visione del vivere e del sentire quotidiano di cui, a mio parere, sofferenze dell'animo umano legate all'alimentazione, quelle tanto abusate patologie dell' Anoressia e Bulimia, non fanno altro che esprimere a "tinte forti" e con registri di esagerazione, dimensioni e difficoltà del rapporto con noi stessi che coinvolgono un po' tutti ed in particolare un po' tutte le donne.

L'intento è anche quello di dimostrare che, nei sintomi del corpo e del cibo, è possibile scorgere, come nei giochi con le figure ambigue, non solo il malessere ma anche la cura dello stesso, di evidenziare, anzi, di esaltare la funzione del sintomo come "porta" verso noi stessi, come "richiamo ad alta voce" alla ricerca di quel benessere che nasce dalla capacità di creare un equilibrio tra i bisogni interiori e le richieste del mondo esterno e che per sua natura è una competenza che va coltivata al pari di tutte le altre, e non quindici giorni all'anno!

Per leggere il testo completo dell'articolo della dr.ssa Volpato, questo il link

COSA VEDI QUANDO TI GUARDI ALLO SPECCHIO?





L'industria del fitness e dell'estetica hanno saputo cogliere, ed evidentemente "sfruttare", l'incidenza dell' "immagine corporea" nel vissuto di benessere del singolo individuo, e i fatturati in ascesa possono in questo senso essere considerati statistiche più che rappresentative dell'importanza che gli individui e le società occidentali danno alla propria immagine.
In altre parole l'immagine corporea sembra avere un non indifferente potenziale d'influenza sulla nostra qualità di vita. Come si giustifica tutto ciò? Tentare una risposta a questa domanda è l'intento di questo contributo.
Ma procediamo con ordine cominciando col definire cosa sia  l' "immagine corporea".


Il testo completo dell'articolo della dr.ssa Gloria Volpato è pubblicato nella sezione apposita del sito del Centro Divenire

martedì 16 settembre 2014

VENUTO AL MONDO





Venuto al mondo

Margaret Mazzantini

Arnoldo Mondadori, 2008







CITAZIONE

Ci salutiamo sul molo, come amici che si rivedranno, in ciabatte e zaini come turisti. Corpi intorno si muovono. Chi immaginerebbe una storia come la nostra, infilata in questa carne qualunque che all’alba si saluta? Il mare tace, ingoia ancora un po’ di notte.

Gojko ci guida nel ritorno, è un tragitto breve, incredibilmente. All’aeroporto di Sarajevo prendiamo un caffè, i gomiti appoggiati su quel bancone a ferro di cavallo con la gente che fuma.

- Che farai adesso?



RILANCI

Film:
Venuto al mondo, Sergio Castellitto, 2012


Underground, Emil Kusturica, 1995 (Palma d’oro al Festival di Cannes, 1995)


Letture:
Il progetto Lazarus, Aleksandar Hemon

Sarajevo mon amour, Divjak Jovan


Musica:
Twice Born – Arturo Annecchino, dalla colonna sonora originale del film omonimo.



GENERE
Narrativa



PAROLE CHIAVE
Amore – Guerra - Sarajevo- Madri e figli



TRAMA
Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro Pietro,il figlio sedicenne. Sono diretti a Sarajevo, una città ferita da un passato ancora vicino. All'arrivo, li aspetta Gojko, poeta bosniaco, conosciuto ai tempi delle Olimpiadi invernali del 1984 quando Gemma, studentessa universitaria, stava preparando la sua tesi. A Sarajevo, la ragazza conosce Diego,amico fraterno di Gojko e fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia del loro amore e il destino tragico della città bosniaca. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità voluta ad ogni costo. Sarà la guerra che irrompe, a pochi chilometri dalle nostre coste, a cambiare i destini dei protagonisti e con loro quelli di molti altri esseri umani.

Questo romanzo ha vinto il Premio Campiello nel 2009




AUTORE
Figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e della pittrice irlandese Anne Donelly, nasce a Dublino ma la famiglia si trasferisce presto a Roma. Si diploma presso l' Accademia Nazionale di Arte Drammatica e lavora come attrice di teatro, cinema e televisione.

Il suo primo romanzo, Il catino di zinco ( 1994) vince subito due premi letterari importanti. Si dedica anche alla scrittura di opere teatrali (Manola, che poi diventerà anche un romanzo e Zorro – Un eremita da marciapiede)

Con il romanzo Non ti muovere edito da Mondadori nel 2002, vince il Premio Strega e il Premio grinzane cavour

Con Venuto al mondo, vince il Premio Campiello nel 2009 e, nel 2011, il romanzo Nessuno si salva da solo riceve il Premio Flaiano

Sempre nel 2011 esce Mare al Mattino, vincitore del Premio Cesare Pavese e del Premio Matteotti.

L’ultimo suo libro pubblicato, Splendore, risale al 2013

E’ sposata con l'attore e regista Sergio Castellitto.



BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di sul sito ibs.com



LINK
La scheda del libro sul sito dell’editore

Il sito ufficiale della scrittrice

Una recensione apparsa su wuz

Un’intervista di Francesca Magni sul blog lettofranoi

lunedì 1 settembre 2014

TEMPO DI IMPARARE


Tempo di imparare


Valeria Parrella


Einaudi, 2013











CITAZIONE
Oggi, dopo tanti anni sono tornata a scuola.
E’accaduto proprio oggi, che non è il primo giorno di scuola, e neppure un lunedì, e anzi entriamo alle 10,20 per una riunione sindacale delle maestre.
Ho aperto lo zainetto, ho preparato l’astuccio con le penne e i pennarelli, infilato su di un lato la banana per la merenda. L’ho messo sulle spalle dei miei quarant’anni e sono tornata in prima elementare.
Ho aspettato nella calca delle voci che si aprissero i cancelli, stretta tra i bambini e le madri ho guardato ora il portone, ora il bidello, e l’aria era rarefatta intorno a me, il tempo volava e si rivelava, assieme, come fa la polvere nel sole. Quel caldo, il caldo delle parole, il caldo dei cappelli di lana stretti nelle mani, nelle tasche, infilati ancora in testa, tutto mi ha riscaldato, finché il bidello ha aperto e una leggera gentile pressione mi ha spinto dentro. Abbiamo salito le scale incuranti degli strilli che ci dicevano di fare piano… Ora ero io a svoltare un ballatoio, e quel flusso di piedi, e teste che saliva con me era la vita stessa. L’avevo dimenticata perché si rivela ogni volta diversa, quando lo fa. Ma a incontrarla l’ho riconosciuta senza dubbio.

Poi sono arrivata in classe, fuori c’era l‘appendino per i cappotti ad altezza di bambino, la porta era aperta e le maestre non c’erano ancora. I compagni entravano alla spicciolata, è arrivato un papà e si è messo sulla soglia dell’aula mentre sua figlia appendeva il giubbino. Guardava un po’ fuori e un po’ dentro, allora mi ha vista: seduta su una sedia, con le ginocchia che mi arrivavano al seno, un po’ curva ad aspettare le maestre, mi ha detto:

- Aspettiamo che arriva qualcuno e poi ce ne andiamo, no?
- Sì sì – ho risposto.

E’ stato allora che tu, che eri seduto al tuo posto, ti sei alzato e mi hai sorriso, ti sei alzato, mi sei venuto accanto e mi hai dato un bacio:

- Ciao mamma.

Era il tuo modo gentile di dire che dovevo andare.




RILANCI 

Film:
Un silenzio particolare, Stefano Rulli, 2006

Letture:
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Haddon, Einaudi, 2003

Musica:
Gialle foglie, Paolo Fresu Quintet, sta in !30!, Paolo Fresu Quintet, 2014

GENERE
Narrativa



PAROLE CHIAVE
Madri e figli – Scuola- Fiducia - Integrazione



TRAMA
E’ la storia di una madre e di un figlio, ma anche di una padre e di tutte le persone che in modo diverso contribuiscono a comporre la rete sociale in cui tutti viviamo. La narrazione inizia dal primo giorno di scuola della prima elementare di questo figlio speciale e della sua mamma che lo accompagna e che ad un certo momento deve uscire dalla scuola e sperare che vada tutto bene. Deve fidarsi, affidarlo. Arturo è un bambino che "non parla ma pensa", dice liquidando secoli di diagnosi mediche la sua compagna, seienne, di classe perché ha avuto una (lieve? grave?) asfissia alla nascita e dunque ricorda a memoria le targhe che vede per strada ma ha paura del corridoio di casa, uno dei suoi occhi è cieco ma la “sua anima ci vede benissimo, più preciso e più lontano degli altri”. Arturo ha un handicap, tutti ce l’abbiamo, ma il suo è certificato dalla legge. La madre protagonista si trova a crescere con lui per far “germogliare questa parola difficile che comincia con H”, per non arrendersi alla burocrazia, e per continuare ad essere genitore e insieme persona.



AUTORE:
Valeria Parrella nasce a Torre del Greco, vicino a Napoli nel 1974. Si diploma al liceo classico e si laurea in Lettere Classiche.

Esordisce nel 2003 con una raccolta di racconti. Intitolata Mosca più balena con cui vince il Premio Campiello Opera Prima. E’ancora una raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, ad arrivare nel 2005 tra i cinque finalisti dello Strega.

Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo, Lo spazio bianco da cui nel 2009 è stato tratto l’omonimo film diretto da Francesca Comencini e interpretato da Margherita Buy.

Si occupa di teatro, scrivendo anche testi teatrali e negli anni tra il 2008 e il 2010 è stata direttrice artistica del Teatro Mercadante di Napoli, da cui poi si è dimessa.

Pubblica poi diversi romanzi per Einaudi e vince nel 2013 il premio Le maschere del teatro italiano come miglior autrice di novità con Antigone, testo teatrale poi prodotto dal Teatro Stabile di Napoli.

I suoi libri sono tradotti in  nove lingue: spagnolo, francese, americano, ebraico, arabo, tedesco, serbo, ceco e svedese

Collabora con La Repubblica e con l’Espresso. Cura la rubrica di libri del settimanale Grazia

Nel 2014 scrive la prefazione del libro Tsipras chi? di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, candidandosi anche per le elezioni europee.



BIBLIOGRAFIA
Tutti i libri di Valeria Parrella

LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore 

I commenti al libro sempre sul sito dell’editore


Un’intervista in cui l’autrice racconta il suo libro apparsa su fanpage

martedì 19 agosto 2014

PERCHE’ ESSERE FELICE QUANDO PUOI ESSERE NORMALE?


Perché essere felice quando puoi essere normale?


Jeanette Winterson


Arnoldo Mondadori, 2012 e 2014 in Oscar Contemporanea









CITAZIONE

Cercare la felicità, e io l’ho fatto, e lo faccio tuttora, non equivale affatto ad essere felici, una condizione che io trovo effimera, dipendente dalle circostanze e un po’ ottusa.Se il sole splende, goditelo, sì, sì, sì. I giorni felici sono una benedizione, ma i giorni felici passano, devono passare, perché il tempo passa.La ricerca della felicità è più elusiva: dura tutta una vita e non è vincolata ad uno scopo.
Quello che cerco è il significato: una vita che abbia un significato. C’è l’hap, il fato, la giocata che è tua e non è prefissata, ma cambiare il corso del fiume, o dare nuove carte, qualunque sia la metafora che preferisci usare, richiederà un sacco di energie.Ci saranno volte in cui andrà così male che sopravvivrai a malapena e volte in cui capirai che sopravvivere a malapena secondo i tuoi parametri è meglio che vivere una vita pomposa secondo i parametri degli altri.La ricerca non è tutto o niente: è tutto. E niente, come ci insegnano le quest stories.


RILANCI

Film:

The Hours, Le ore, Stephen Daldry, 2002

Letture:

Non ci sono solo le arance, Jeanette Winterson, Arnoldi Mondadori, 1999 (Piccola biblioteca Oscar)


Musica:

L’orologio degli dei, Giovanni Allevi. Tratto da Joy, Ricordi- Sony, 2006



GENERE

Narrativa



PAROLE CHIAVE 

Autobiografia – Identità – Letteratura - Scrittura



TRAMA 

Jeanette Winterson riscrive la sua storia, quella di un’infanzia difficile con i genitori adottivi. A sedici anni – è l’autunno del 1975 - Jeanette sceglie di essere felice, abbandona la casa dei genitori pur di continuare a vedere la ragazza di cui è innamorata e vive per alcuni mesi in una Mini abbandonata, finché la sua insegnante di letteratura le offre un letto a casa sua. E’ la storia di una lotta per la sopravvivenza, della continua ricerca di un senso e di come il suo amore per la lettura e per la scrittura le abbiano più volte salvato la vita.



AUTORE

Jeanette Winterson è considerata una delle migliori scrittrici inglesi viventi. E’ vissuta nel nord dell’Inghilterra e ora vive a Londra. Ha esordito con il romanzo Non ci sono solo le arance che ha vinto il celebre Whitbread First Novel, poi diventata una fortunata serie televisiva della BBC. In Italia è diventata famosa con il romanzo Scritto sul corpo, pubblicato dalla Mondadori che ha pubblicato molti altri suoi libri, tra cui Il sesso delle ciliegie romanzo con cui l’autrice vinse nel 1989 il premio dell’American Arts and Letters Academy.



BIBLIOGRAFIA 

Tutti i libri di Jeanette Winterson, tradotti in italiano sul sito ibs.com



LINK

La scheda del libro sul sito dell’editore

Una recensione dalle pagine della Biblioteca San Giorgio di Pistoia

Un’intervistaalla Winterson apparsa su ilmiolibro.it


martedì 22 luglio 2014

MA QUALE AMORE

Ma quale amore


Valeria Parrella


Rizzoli, 2010 (24/7)


Einaudi, 2014 (ET)







CITAZIONE

Devo sbrigarmi a scrivere questo libro: ho poche ore di autonomia. Questo è un libro di viaggio del quale mi devo sbarazzare. Sono innamorata di un uomo e gli ho chiesto di accompagnarmi. Ho inventato il modo di fare un viaggio solo per stare con lui dall’altra parte dell’oceano e del mondo. Vedere l’acqua che gira nel lavandino dopo che lui si è fatto la barba, ma che gira al contrario di quando siamo a casa, ognuno nella sua casa, malati di tossico indipendenza, senza forza alcuna di mettere le nostre vite insieme.
E’ stato un errore, una pazzia, scegliere di scrivere un libro per amore, e adesso mi tocca mettercelo tutto questo amore dentro. Così quello che state per leggere, miei veri compagni di avventura, è un libro di viaggio e di amore. E perdonatemi se sembrano la stessa cosa.


RILANCI

Film:
Un bacio appassionato, Ken Loach, 2005


Letture:
Lettera di dimissioni, Valeria Parrella, Einaudi, 2013

Musica:
La costruzione di un amore, Ivano Fossati


GENERE
Narrativa

PAROLE CHIAVE
Amore – Viaggio – Buenos Aires

TRAMA:
Un editore chiede ad una scrittrice di scrivere un libro su Buenos Aires e su Borges. Lei accetta e parte per l’Argentina, a condizione di farsi accompagnare da Michele, l’uomo che ama e con cui vive una relazione difficile. Nelle strade di Buenos Aires si consumerà tra i due un distacco e la donna vive con lucidità il dolore dell’indifferenza che Michele le dimostra. E anche le parole di Borges, che aleggiano nell’aria di Buenos Aires, diventano armi scagliate contro il suo amore.

AUTORE
Valeria Parrella nasce a Torre del Greco, vicino a Napoli nel 1974. Si diploma al licoe classico e si laurea in lettere classiche.
Esordisce nel 2003 con una raccolta di racconti. Intitolata Mosca più balena con cui vince il Premio Campiello Opera Prima. E’ancora una raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, ad arrivare nel 2005 tra i cinque finalisti dello Strega.
Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo, Lo spazio bianco da cui nel 2009 è stato tratto l’omonimo film diretto da Francesca Comencini e interpretato da Margherita Buy.
Si occupa di teatro, scrivendo anche testi teatrali e negli anni tra il 2008 e il 2010 è stata direttrice artistica del Teatro Mercadante di Napoli, da cui poi si è dimessa.
Pubblica poi diversi romanzi per Einaudi e vince nel 2013 il premio Le maschere del teatro italiano come miglior autrice di novità con Antigone, testo teatrale poi prodotto dal Teatro Stabile di Napoli.
I suoi libri sono tradotti in 9 lingue: spagnolo, francese, americano, ebraico, arabo, tedesco, serbo, ceco e svedese
Collabora con La Repubblica e con l’Espresso. Cura la rubrica di libri del settimanale Grazia
Nel 2014, ha scritto la prefazione del libro Tsipras chi? di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, candidandosi anche per le elezioni europee.



BIBLIOGRAFIA


LINK
La scheda del libro sul sito dell’editore 

Una recensione dal blog Recensionelibro.it

Un’intervista apparsa su Rai Letteratura

giovedì 3 luglio 2014

LA DONNA GIUSTA


La donna giusta

Sandor Marai

Adelphi, 2004

(Biblioteca Adelphi, 458)











CITAZIONE:
Forse dovrei cominciare la storia da quando, un bel giorno, mi presentò il suo amico Lazar, lo scrittore…Non sapevo che mio marito lo conoscesse, ignoravo che fossero amici. Una sera, torno a casa e trovo mio marito in compagnia di quest’uomo. Fu lì che prese avvio qualcosa di molto strano. Fu quello il momento in cui, dopo tre anni di matrimonio, mi resi conto che non sapevo proprio nulla del mio consorte. Vivevo insieme a un uomo e non sapevo niente di lui. Credevo di conoscerlo, e invece scoprivo di non avere la più pallida idea dei suoi svaghi, dei suoi gusti, dei suoi desideri. Sai cosa facevano quei due, Lazar e mio marito, quella sera?...


RILANCI:
Film:
L’uomo che amava le donne, di Francois Truffaut, Francia, 1977

Letture:
Una scrittura femminile azzurro pallido, Franz Werfel, Adelphi, 1991

Musica:
La canzone dell’amore perduto, Fabrizio De Andrè, 1974


GENERE:
Narrativa

PAROLE CHIAVE:
Amore – Identità

TRAMA:
In una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un’altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c’era stata, e forse c’era ancora, un’altra donna e come abbia cercato, invano, di riconquistarlo.
In un caffè della stessa città, l’uomo che è stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e una specie di ossessione amorosa tanto che per lei aveva lasciato la prima moglie, l’aveva sposata – e poi inesorabilmente perduta.
In una pensione romana, questa stessa donna racconta al suo amante attuale (un batterista ungherese) come lei, giovane servetta venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta.
Molti anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista ungherese a raccontare a un esule del suo stesso paese l’epilogo di tutta la storia – e in qualche modo a tirarne le conclusioni.

AUTORE:
Marai è stato uno scrittore e un giornalista ungherese, nato nel 1900 a kosice, una volta appartenente all’ungheria e ora invece in territorio slovacco.
La sua carriera inizia come giornalista ed è del 1934 il suo  primo successo letterario con  Confessioni di un borghese. Fu anche uno dei primi a  recensire le opere di Kafka.
Tutta la sua vita è caratterizzata da continui esili, dovuti prima alla ricerca di migliori condizioni lavorative e poi alle molte vicende politiche che lo videro vittima. Dirante la secondo guerra mondiale, profondamente antifascista, riuscì a scampare alle persecuzioni ma, il regime comunista lo costrinse ad un nuovo esilio.
Così nel 1950 si trasferisce in Svizzera e poi a Napoli in cui vive per circa cinque anni. Infine si trasferisce negli Stati Uniti e acquisisce la cittadinanza americana. Poi torna in Italia e vive a Salerno per molti anni, lontano dal mondo culturale e molto vicino invece al popolo. Di quel periodo, si trova traccia nella raccolta Terra! Terra!...Ricordi. Passerà gli ultimi anni della sua vita in California, a San Diego dove si suicida nel 1989.
La sua opera, fatta di poesie, romanzi e diari è stata riscoperta solo recentemente e ripubblicata in francese,  inglese, tedesco e italiano ed è ora considerata parte dei capolavori  letterari del Ventesimo secolo
In onore e in ricordo dello scrittore ogni anno viene assegnato il Premio Sándor Márai per la letteratura ungherese.

BIBLIOGRAFIA
I libri di Sandor Marai pubblicati in italiano si trovano nel catalogo Adelphi


LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore 

Una recensione dal blog La stamberga dei lettori

Una recensione apparsa su La recherche.it

domenica 15 giugno 2014

IL CORPO IN CUI SONO NATA



Il corpo in cui sono nata


Guadalupe Nettel


Einaudi, 2014 (I Coralli)








CITAZIONE:
Secondo me il presunto incanto che molta gente attribuisce all'infanzia è uno degli scherzi che gioca la memoria. A prescindere dalle differenze tra una vita e l’altra, sono convinta che nessuna infanzia possa essere del tutto piacevole. I bambini vivono in un mondo dove la maggior parte delle situazioni in cui si trovano sono imposte. Altri decidono per loro: la gente che devono vedere, il luogo in cui devono vivere, la scuola che frequentano, persino ciò che mangiano ogni giorno. Il fatto che mio padre fosse in prigione era parte di tutto ciò. Non serviva a niente piangere o non essere d’accordo.

RILANCI:
Film:
Le Meraviglie, Alice Rohrwacher, 2014 (Grand premio della Giuria al Festival di Cannes, 2014)

Letture:
Zona disagio, Jonathan Franzen, Einaudi, 2006

Musica:
Universo, Cristina Donà, tratto dall’album La quinta stagione

GENERE:
Autobiografia - Narrativa

PAROLE CHIAVE:
Infanzia - Corpo - Scrittura

TRAMA:
Questa è la storia di una bambina cresciuta negli anni Settanta in una famiglia benestante  a Città del Messico. Una storia in cui si parla delle coppie aperte e di quelle che si separano, dei molti viaggi tra la Francia e il Messico, degli esuli cileni e di una nonna reazionaria, delle comuni hippy e di periferie francesi. Una storia di crescita narrata come un lungo resoconto alla dottoressa Sazlavski per venire a patti con la solitudine e con il dolore, ma anche per affermare il proprio riscatto grazie alla lettura e alla scrittura che affinano lo sguardo della narratrice fino a renderlo commovente e profondo ma sempre venato di ironia.
E’, infine, una storia in cui il corpo diventa protagonista e ogni suo segno distintivo in fondo merita di essere raccontato.

AUTORE:
Guadalupe Nettel è una giovane scrittrice messicana, nata a Città del Messico nel 1973. Questo è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
Maggiori notizie sulla Nettel, si possono recuperare nella voce in spagnolo a lei dedicata su wikipedia

BIBLIOGRAFIA
Il corpo in cui sono nata è il solo romanzo tradotto in italiano

LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore Einaudi 

Una recensione apparsa su Qlibri.it

Un'ulteriore recensione apparsa su europaquotidiano.it

martedì 3 giugno 2014

L'AMICA GENIALE



L’amica geniale
Elena Ferrante
E/O, 2011 (Dal mondo – Italia)










CITAZIONE:
La madre di Rino si chiama Raffaella Cerullo, ma tutti l’hanno sempre chiamata Lina. Io no, non ho mai usato né il primo nome, né il secondo. Da più di sessant’anni per me è Lila. Se la chiamassi Lina o Raffaella, così all’improvviso, penserebbe che la nostra amicizia è finita.
Sono almeno tre decenni che mi dice di voler sparire senza lasciare traccia, e solo io so bene cosa vuole dire. Non ha mai avuto in mente una qualche fuga, un cambio di identità, il sogno di rifarsi una vita altrove. E non ha mai pensato al suicidio, disgustata come è dall’idea che Rino abbia a che fare con il suo corpo e sia costretto a occuparsene. Il suo proposito è stato sempre un altro: voleva volatilizzarsi, voleva disperdere ogni sua cellula; di lei non si doveva trovare più niente. E poiché la conosco bene, o almeno credo di conoscerla, do per scontato che abbia trovato il modo di non lasciare in questo mondo nemmeno un capello, da nessuna parte.

RILANCI:

Film:
L’amore molesto, Mario Martone, 1995

Letture:
Storia del nuovo cognome, Elena Ferrante, E/O 2012,  La storia di chi fugge e di chi resta 2013, Elena Ferrante, E/O.

Musica:
Sentimento, Piccola Orchestra Avion Travel, 2000


GENERE:

Narrativa.



PAROLE CHIAVE:

Amicizia. Crescita. Scelte di vita. Scrittura.



TRAMA:

L'amica geniale è il primo volume di una trilogia che l’autrice dedica alle vicende di Elena, Lénu, e Raffaella, Lina, Lila. La narrazione prende avvio da un mistero, Raffaella è scomparsa, sembra essersi volatilizzata, Elena comincia allora a raccontare – in prima persona- la loro storia, seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori eppure necessari al dipanarsi delle vicende. Uno dei temi fondamentali del romanzo è la natura complessa dell'amicizia tra le due bambine, poi ragazzine, e infine donne, che segna ineludibilmente la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. E’ una storia di drammi e tragedie, ma anche di riscatto in cui le due protagoniste incarnano un’energia femminile potente che non si rassegna al destino ma continua a cercare un nuovo posto nel mondo.

Narra anche gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando loro malgrado le amiche e il loro legame,con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci. Una lettura appassionante che non si vorrebbe lasciare mai, non solo per la complessità dell’intreccio ma anche per la profondità e la potenza di voce narrativa dell’autrice.



AUTORE:

Elena Ferrante è lo pseudonimo di una scrittrice o scrittore (c'è infatti chi crede che dietro la sua penna possa nascondersi addirittura un uomo, tra i nomi papabili emergono quelli di Domenico Starnone e Goffredo Fofi, ma molti hanno pensato che fosse la moglie di Domenico Starnone, Anita Raja, traduttrice e redattrice presso la casa editrice E/O) di cui si ignora la vera identità. Di lei si sa solo che sarebbe nata a Napoli, città che avrebbe abbandonato presto per vivere all’estero.

Dal suo primo romanzo, L'amore molesto, edito nel 1992, vincitore di diversi premi, è stato tratto l’omonimo e notevole film di Mario Martone

Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, edito nel 2002 e finalista al Premio Viareggio, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza

Nel volume La frantumaglia, edito nel 2003 racconta invece la sua esperienza di scrittrice.

Nel 2011 è stato pubblicato il primo volume del ciclo L'amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome e nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta.

Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è una scrittrice apprezzata non solo in Italia, ma anche all'estero - in particolare in America - dove ha raccolto critiche più che positive da giornali prestigiosi, tra i quali anche il New Yorker

Ferrante è fermamente convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell'autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo.



BIBLIOGRAFIA

Tutti i titoli di sono pubblicati dalle edizioni E/O 

LINK:

La scheda del libro sul sito dell’editore

Una recensione apparsa su leparoleelecose.it

Una recensione apparsa su Qlibri.it

Notizie sull’autrice e sulla sua scelta di rimanere anonima,




mercoledì 21 maggio 2014

LA PIENA



La Piena

Mikael Niemi


Iperborea, 2013








CITAZIONE:
Sentiva la pioggia fredda sul viso. Una fine pioggerellina autunnale. Il fiume che si intravedeva fra gli alberi aveva una superficie gibbosa, come martellata. Lanciò un’occhiata verso la finestra della baita: era vuota e spenta. La coppia che l’aveva comprata veniva solo d’estate…Il brusio era diventato più forte, forse l’elicottero di papà stava per decollare? No, sembrava arrivare dalla direzione opposta, da monte. O forse era un’eco? Confusa avanzò sul pendio erboso fino all’anello di cemento dello spiazzo per il barbecue.
Poi lo vide arrivare.
Il bambino, pensò subito.
Il bambino.
Cos’era…No no, no! Inciampò, ruzzolò all’indietro verso la baita. Allora vide la scala. Era una scala antincendio, portava in alto. Lovisa si allungò ad afferrarla come un gatto. Le dita grattavano come artigli. E poi arrivò. Poi l’inimmaginabile si stagliò davanti ai suoi occhi.
 
RILANCI:
Film:
Snowpiercer, Bong Joo-ho

Letture:
Hydromania, Assaf Gavron, La Giuntina, 2013

GENERE:
Narrativa,

PAROLE CHIAVE:
Catastrofe, fiume, scelte di vita

TRAMA:
Il fiume Lule, a nord della Svezia,  si gonfia sempre più per le copiose piogge autunnali fino a diventare un’enorme onda di piena che investe la valle e travolge le imponenti dighe decuplicando il potere distruttivo dell’acqua.
E’ la natura che si ribella, la morte che ti insegue, il diluvio che – come nella Bibbia- ti punisce. All’improvviso, l’inimmaginabile irrompe nel quotidiano dei personaggi e li costringe ad una lotta per la vita. Cosa saremmo disposti a fare per salvare noi stessi e i nostri cari? Questo il quesito a cui il racconto continua a metterci di fronte e che trova diverse risposte nelle vicende dei personaggi che nel corso di qualche ora si trovano tutti ad affrontare il disastro.

AUTORE:
Mikael Niemi è uno scrittore svedese, nato nel 1950 a Pajala, al confine con la Finlandia. E’ ingegnere elettronico, ha lavorato come insegnante e per una piccola casa editrice. La sua carriera letteraria inizia con due racconti per ragazzi. E’ poi diventato molto famoso con il suo primo romanzo per adulti Musica rock da Vittula che ha vinto il Premio August nel 2000, ed è diventato uno dei romanzi più amati e letti in Svezia negli ultimi anni.
I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Iperborea

BIBLIOGRAFIA
Tutti i titoli di Mikael Niemi  sono tradotti e pubblicati in italiano da Iperborea

LINK:

La scheda del libro sul sito dell’editore Iberporea

Una recensione apparsa su wuz.it

Una lunga presentazione apparsa sull’inserto Tuttolibri de Lastampa.it

Un consiglio di lettura apparso sulla rubrica dedicata ai libri di internazionale.it

lunedì 12 maggio 2014

IL BAR DELLE GRANDI SPERANZE




Il bar delle grandi speranze

J.R Moehringer

Piemme, 2007












CITAZIONE:
Ci andavamo per ogni nostro bisogno. Quando avevamo sete, naturalmente, e fame, e quand’eravamo stanchi morti. Ci andavamo se eravamo felici, per festeggiare, e quand’eravamo tristi, per tenere il broncio. Ci andavamo dopo i matrimoni e i funerali, a prendere qualcosa per calmarci i nervi, e appena prima, per farci coraggio. Ci andavamo quando non sapevamo di cosa avevamo bisogno, nella speranza che  qualcuno ce lo dicesse. Ci andavamo in cerca di amore,o di sesso, o di guai, o di qualcuno che era sparito, perché prima o poi capitava lì. Ci andavamo soprattutto quando avevamo bisogno di essere ritrovati.
Il mio elenco personale di bisogni era lungo. Figlio unico abbandonato da mio padre, avevo bisogno di una famiglia, di una casa e di uomini. Specialmente di uomini. Mi servivano uomini come mentori, eroi, modelli, e come contrappeso maschile alla madre, la nonna, la zia e le cinque cugine con cui vivevo. Il bar mi ha fornito tutti gli uomini di cui avevo bisogno, e uno o due di cui avrei fatto volentieri a meno.   

RILANCI:
Film:
Smoke, Wayne Wang, Paul Auster, 1995
Letture:
Trilogia di New York, Paul Auster,  Einaudi, 2007. (Molte altre edizioni)
Musica:
Let’s get lost, Chet Baker


GENERE:
Narrativa, Diari e memorie.

PAROLE CHIAVE:
Autobiografia, Scelte di vita, Scrittura

TRAMA:
Una storia di formazione e di riscatto appassionata ed intensa che racconta le avventure di JR dalla prima infanzia fino all’età adulta.
Figlio unico, vive con la madre nella casa dei nonni materni, con una zia e un imprecisato numero di cugini. Il bimbo cresce catturato da una voce, quella del padre- disc-jockey in una radio di New York - che ha abbandonato lui e sua madre in condizioni di precarietà e di povertà
La madre è una figura di riferimento positiva che non abbandona mai il sogno di una vita migliore e fa di tutto per realizzarlo, il protagonista le è molto affezionato ma cerca anche qualcosa di più.
A otto anni quando anche la voce della radio scompare, J.R. corre al bar dell’angolo e là scopre un mondo nuovo, un coro turbolento di nuove voci da cui rimane incantato. Si tratta di baristi, camerieri, poliziotti, allibratori, soldati, star del cinema, poeti che si ritrovano tutti al “Dickens” per raccontare le proprie storie o dimenticare i propri guai, annegandoli in epiche bevute. Saranno questi uomini, ognuno con la propria diversa umanità a prendersi cura di lui e ad accompagnarlo verso l’età adulta.

AUTORE:
J. R. Moehringer è un giornalista e uno scrittore americano, nato nel 1964.
Diplomato alla Yale University ha iniziato la sua carriera giornalistica come fattorino al New York Times per poi approdare al Los Angeles Time in cui lavora come corrispondente dal 1994
 Nel 2000 vince il Premio Pulitzer per il giornalismo di approfondimento con il suo  Ritratto di Gee's Bend, una isolata comunità fluviale in Alabama dove vivono molti discendenti di schiavi, e di come la loro vita possa cambiare in seguito all'arrivo di un traghetto verso la terraferma.
Il bar delle grandi speranze (The tender bar, 2005) è il suo primo romanzo e riceve molti importanti riconoscimenti. Il libro è stato definito da diversi giornali americani tra cui il New York TimesUsa today come "Il più bel libro dell'anno".
Ha contribuito in modo sostanziale alla stesura di Open, l'autobiografia del tennista statunitense Andre Agassi, pubblicata nel 2009 (in Italia nel 2011).
Il suo ultimo romanzo risale al 2012, Sutton (Pieno giorno in Italia, ed. True Piemme), storia del rapinatore Willie Sutton, detto "l'Attore".


BIBLIOGRAFIA

Open, 2011 Einaudi

Pieno giorno ( Sutton), Piemme, 2013


LINK:
La scheda del libro sul sito dell’editore Piemme

Una recensione apparsa su panorama.it